ARIeccoci qui, a distanza di 2 anni, come di mia consuetudine, a raccontarvi della più lunga giornata dell’ anno. quella dell’ ironman. quest’ anno con piero e stefano avevamo scelto quello di Francoforte, un po’ per il percorso, a detta di tanti pianeggiante, un po’ perché , dopo roth, dice sia il piu’ bello d’ europa. in effetti è molto ben organizzato e il pubblico è molto partecipe. comunque nella mia personale classifica metto al primo posto sempre roth, seguito da Francoforte, nizza e ultimo Zurigo, non per organizzazione ma come contorno… il giovedì ci troviamo tutti all’ aereoporto di pisa con famiglie al seguito… piero pure dalla “socera”, anche se la sig. MARA è stata al pezzo tutti e 5 i giorni. con noi è partito anche l’ amico Roberto e la moglie Marilina conosciuti durante un viaggio sportivo a sharm. Roberto forte atleta marchigiano con gia 8 ironman all’ attivo. arriviamo in terra teutonica e montiamo subito le bici per l’ indomani, infatti vogliamo andare a provare i mezzi andando a vedere il lago dove dovremmo nuotare. la mattina seguente ci troviamo con le bici sotto l’ albergo per partire ed è li che incontriamo il nostro amico Alfio il quale ci dice che uscire dalla citta’ è parecchio difficile in bici e che ha fatto il percorso maratona ma ha forato un paio di volte a causa dei vetri sulla ciclabile… non ci sono più i tedeschi di una volta.. quindi ci dirigiamo verso dei viali appena fuori centro per provare la gamba. gia’ da li mi accorgo dell’ incredibile facilita’ di pedalata e leggerezza di gambe che ho, ma per scaramanzia me lo tengo per me. comunque vedo che anche a gli altri girano bene la gambe e andare a 38-39 kmh non è un problema per nessuno. meglio cosi’. decidiamo di andare all’ expo in bici a “ciacciare” un po’ tra gli stand. è il paese dei balocchi per noi fissati. è come far entrare le mogli in un negozio di prada con la carta di credito libera… arriva sabato, e con lui anche la consegna delle bici. il lago dista 12 km dalla finish line. ma l’ efficientissima macchina tedesca aveva messo a disposizione dei bus navetta attivi tutto il giorno che andavano e venivano dal lago. anzi, alla fermata, c’ era pure un gazebo con acqua, sali e coca cola per ingannare l’ attesa dei bus. alla consegna bici venivi preso sotto custodia da un addetto e scortato per tutta la tua permanenza in zc. ti spiegava tutto lui, ti copriva la bici con il telo e ti riaccompagnava all’ uscita augurandoti buona fortuna. la sera carico di carboidrati con pasta e pizza al ristorante italiano da RAFFAELLO, e poi a nanna belli carichi, che la sveglia suona alle 4. eccoci al giorno fatidico. la colazione scorre via veloce tra musi tesi di ogni nazionalita’, apparte Piero che sembra che vada a un happy hours… usciamo dall’ hotel e ci dirigiamo alle varie fermate dei bus navetta che ci portavano alla partenza. troviamo anche Alfio con la sua “morosa” e conosciamo tale simone, fortissimo atleta di Pavia che è gia stato 3 volte a Kona, il quale ci spiega a grandi linee il percorso di bici e conclude dicendoci che se anche prendesse la slot rinuncerebbe per andarci l’ anno prossimo che passa di categoria… penso: chi c’ ha pane un c’ ha i denti…comunque siamo tutti belli tesi e appena scesi dal bus ognuno si dirige alla propria bici. purtroppo da questo momento in poi non vedro’ più nessuno degli amici se non dopo l’ arrivo. troppa confusione con 3300 partenti. infatti vado in partenza e decido di spostarmi tutto a destra e fare qualche metro in più piuottosto che entrare nella tonnara come feci a Zurigo e nizza.. allo sparo mi assale un solo pensiero: CI SIAMO.. da li in poi mi sarebbero venuti alla mente le ore passate in bici e a corsa, (nuoto un po’ meno) con il freddo, pioggia e vento. nonostante tutto nuoto bene, bello sciolto e vedo che tengo un buon ritmo sfilando molti atleti che all’ inizio erano partiti a palla. all’ uscita del nuoto il sole contro non mi fa capire bene quanto manca, ma quando mi alzo in piedi do un occhiata veloce al crono e vedo 63 min… bono… affronto la rampa di sabbia di circa 200 metri con affanno per non sprecare tempo prezioso, sacca e tenda. per partire impiego 6 minuti..(troppo) e via in bici. la gara vera inizia li’. i primi 12 km sono di superstrada, filanti. pur gestendomi vedo che spingo bene, TRANQUILLO…TRANQUILLO FABIO, ma non c’ era verso. le gambe giravano come non mai. nei pezzi di strada stretta dove non passavi, per via dei molti atleti che, per non stare in scia, si allargavano, sentivo che dovevo rallentare per poi passarli appena la strada si allargava, nei rilanci delle poche salitelle che incontravamo rilanciavo con facilita’ la bici. una goduria… era tanto che non mi sentivo cosi’, forse tutti i carichi di lavoro fatti e le gare di 70.3 fatte senza scaricare hanno dato i loro frutti. pero’ sapevo che il conto sarebbe arrivato, infatti dopo il passaggio dei 90 km in 2 ore e 29 minuti, al 150esimo, sento le gambe che iniziano a far male. sono combattuto tra levare una tacca alla velocita’ o fregarmene e andare avanti… decido di andare poi si vedra’. l’ ultimo strappo di un km tra la folla e il deejay lo sparo a tutta e poi giu in picchiata verso Francoforte, ultimi 7 km di discesa pedalabile a palla, non scendo mai sotto i 50 all’ ora. quando metto i piedi a terra vedo il mio crono che mi dice 5,10 e quasi 35 di media. non so se esser contento o preoccupato per cosa mi attende di li’ in avanti. mi cambio al volo e inizio la maratona a 6 ore e 23 minuti dal via. mi dico, dai Fabio se fai come a Zurigo si chiude in 10,15… magari…. la soddisfazione pero’ di correre in pochissimi sul percorso è grande, una cosa che difficilmente provo… ma la coperta è corta. infatti appena inizio a correre sento subito di aver speso troppo in bici. cerco un passo meno dispendioso possibile e mi fermo ad ogni ristoro. come sempre negli ironman il dolore all’ interno cosce non mi molla un attimo, tanto da dover mettere dei cubetti di ghiaccio nei pantaloncini. mentre corro cerco gli altri nei pezzi dove si fa andata e ritorno, ma non riesco a scorgere nessuno. vedo solo le mogli e i figli di piero che mi urlano ad ogni passaggio. il percorso maratona è molto bello e filante con un paio di curve a U lungo il fiume Meno. come al solito il pubblico tedesco è molto attivo con incitamenti per tutti e ristori esagerati ogni 2 km… mentre corro e soffro penso a l’ invernata passata tra mtb, bici da strada, lunghi di corsa e freddo preso. penso a Gianni, con il quale abbiamo diviso qualche lungo, che a nizza a fatto il tempone. penso a piero che, prete come è, mi aspetto che da un momento all’ altro, mi batta la mano sulla spalla e se ne vada, penso a Stefano con il quale più di tutti abbiamo diviso ogni allenamento, lungo e corto e purtoppo per lui sappiamo tutti come gli è andata. ma soprattutto penso a sta benedetta finish line che non arriva piu’… comunque dopo 10 e 35 minuti sono li’. a questo giro mi ero ripromesso di godermela. le altre volte l’ avevo percorsa troppo velocemente per il tempo. oggi me la voglio proprio godere. quando l’ addetto mi vede che ho 4 bracciali mi instrada verso l’ arrivo, da li’ rallento e guardo la folla di persone sugli spalti chi mi urlano, riesco a scorgere la voce di mia moglie, inizio a salutare manco fossi Pete Jacobs e saltellando taglio la finish line soddisfatto…. con un piccolo pensiero rivolto sempre a MASSIMO… anche questa è andata, bene direi, con un pizzico di amaro in bocca per non aver corso come avrei voluto… comunque la voce del matto che per ore e ore urla YOU ARE AN IRONMAN l’ ho sentita per la quarta volta.