Finalmente eccoci a Zurigo, dopo un viaggio interminabile con il Presidente, arriviamo nella cittadina svizzera alle 2 di notte sotto un diluvio universale.
Scarichiamo la macchina e a letto belli cotti dopo 10 ore di auto….
La mattina sole pieno e via all’expo per il ritiro del pacco gara e qualche acquisto, verso le 17 decidiamo di fare un giro in bici per vedere se il mezzo fosse a posto, ma non sapevamo quello che ci aspettava…il presidente infila la ruota nella rotaia del tram e rovina per terra sbattendo il braccio violentemente. Risultato: ematoma e dolore nello stenderlo e quindi fasciatura stetta e speriamo…
In serata arriva Piero con il camper, ci troviamo x la cena con le famiglie, il tempo di prendere un bel multino svizzero (220 franchi) e a nanna belli cardi. Il sabato scorre bene tra la gara 5150 e un po’ di nuoto nel lago, dove Cesare vede gia’ che l’indomani sara’ dura a causa del dolore sempre forte al braccio. Spaghettata al camper di Piero sotto una pioggia torrenziale e a letto come i polli.
La mattina dell’Ironman ha sempre un fascino particolare, a parte il temporale notturno, sveglia alle 4 e colazione con altri triathleti tutti tesi come corde di violino. la navetta che ci porta alla partenza fa’ un giro interminabile, cmq arriviamo in zona cambio e cominciamo a preparare, dopo un po’, con mooolta calma arriva Piero… dopo 10-15 ripassi mentali per vedere se è tutto a posto ci infiliamo le mute e andiamo in partenza, dove, nonostante fossimo entrati x ultimi, da buoni livornesi siamo partiti in prima fila manco si dovesse fare un supersprint. Allo sparo ci diamo il cinque e giu’ in acqua. i primi 400 m sono botte, capirai 2000 partenti tutti insieme, poi riesco a stendermi e dopo aver preso e ridato una bella pedata in bocca, inizio a fare il mio passo. Alla fine esco in 1 ora e 10 min, un po’ troppo, ma in quel macello…..
Quando vado alla zona cambio vedo Piero che, bici in mano, saluta suo figlio Edo e va’. Mi dico: vai, gia’ a rincorrere…, nella fretta non controllo se Cesare e’ gia’ uscito, mi vesto e parto in bici. i primi 35 km è un piacere pedalare, piattone e vento in poppa, morale 37 di media. neanche il tempo di gasarmi che inizia il primo strappetto, 2 km non male, cmq riprendo il ritmo sui vari saliscendi che seguono e poi curva a dx e salita da 4 km circa tipo il Castellaccio (ma non doveva essere un piattone????) aridiscesa e arisalita, questa volta meno dura ma lunga e dritta a fianco della ferrovia. Picchiata sul lungolago e ultimi 30 km piatti, questa volta contro vento.
Comunque finisco il primo giro in 2 ore e 40, niente male, riparto a testa bassa sul tratto a favore di vento e mentre mi tiro dietro una decina di atleti incrocio Cesare che va’ troppo piano per essere ancora in gara, infatti si fermera’ alla fine del primo giro. Peccato. Mi metto nei suoi panni e penso all’ inc****tura che avrei. Devo dire pero’ che le scie quest’ anno non ci sono state, o meglio, chi la faceva veniva subito sgamato dai molti giudici in moto che giravano, infatti quando passavo dai vari penality box c’era la ressa di atleti che dovevano scontare i famosi 4 min di sosta.
Finisco il secondo giro sempre in spinta e scendo di bici in 5 ore e 32 min alla media di 32,5 kmh, ottimo.
Cambio veloce tipo 70.3 e quando inizio la maratona il cronometro mi dice 6 ore e 50. mi dico: se vuoi finire sotto le 11 ore hai 4 ore e 10 di tempo, proprio come il tempo della maratona all’ Ironman Nizza. Ma domenica stavo bene e sentivo km dopo km che il passo era piu’ veloce di quello di Nizza. Alla fine del primo giro trovo Piero che aveva appena iniziato la maratona, lo avevo passato in bici senza neanche vederlo (ndr: "andavi troppo forte!!" 😀 ).All’ inizio mi corre a fianco poi gli urlo di andare e di provarci, tanto io ero del mio passo e piu’ di li’ non andavo.
Fino alla mezza tutto bene, corro sciolto e buone sensazioni, al 32esimo arriva il conto, dolori allucinanti all’interno coscia e megavescica sotto il piede. Comunque finisco il terzo giro e il cronometro mi dice 9 ore e 42. ora anche se corro a 6 a km è fatta, infatti mi trascino un altro interminabile giro sotto una bufera di pioggia e vento ma finisco sotto il sole in 10 ore e 43 min urlando il nome di MASSIMO con il quale avevo fatto il mio ultimo Ironman. Poi mi riprendo un po’, giusto il tempo di vedere arrivare Piero con Edo, per lui un buon 11 e 50 per la scarsa preparazione che aveva causa incidenti vari invernali.
Soddisfatto ora mi merito un po’ di riposo, ma non troppo, Las Vegas si avvicina…..